venerdì 6 aprile 2012

Chissà, forse l'abito non fa davvero il monaco

Ieri è stata davvero una giornata intensa, alle 9.15 ho fatto un colloquio per un posto da addetta alle fatturazioni, ho sensazioni positive in proposito, ma come sempre, non voglio illudermi o sperarci troppo. Il colloquio, presso un agenzia, è durato una ventina di minuti trascorsi in modo piacevole. Alle 9.30, orario di apertura ufficiale del centro, sono entrate contemporaneamente una trentina di persone, tutte disperate alla ricerca di un lavoro. Appena mi sono alzata per mettermi la giacca un signore si avvicina per consegnare a mano il suo curriculum ma viene scalzato da una signora agitata con in spalla un bambino. La ragazza con cui avevo appena fatto il colloquio mi guarda dispiaciuta e tenta di calmare gli spiriti che si stanno notevolmente scaldando...che brutta tutta questa situazione. Che amarezza avere sotto gli occhi tutte queste cose che succedono e non sentirsi in grado di fare niente per cambiarle. Cinque anni fa, quando ho cercato il mio primo impiego, i centri erano sempre aperti non avevano orari strani come adesso, non si faceva la coda e non si mandava a cagare per passarsi davanti.Unica nota positiva e un po' da stronza è che questa signore ha lasciato il curriculum per il mio stesso posto. Una di meno!!!
Corro al lavoro e tempo mezz'ora mi chiama ancora la Credem per il secondo colloquio, fissato per giovedì prossimo. Si inzierà con un colloquio di gruppo per poi preseguire con quello individuale psico attitudinale. Giuro che davvero non pensavo che mi avrebbero richiamato.
Staremo a vedere.
Nel frattempo Buona Pasqua

mercoledì 4 aprile 2012

Che strane le persone

Questo qui è un periodo un po' così, sono piena di pensieri e di dubbi su cosa mi aspetta. Fisicamente sono stanca, sarà la primavera, le ginocchia fanno male e le balle girano più veloci del previsto.
Ieri ho fatto un colloquio alla Credem di Reggio Emilia, sarà pur vero che l'abito non fa il monaco ma affianco a ste diciottenni con uno stacco coscia da paura e a questi ragazzotti in giacca e cravatta, mi sono sentita un pesce fuor d'acqua, non li ho invidiati, mi hanno fatto un sacco di tenerezza soprattutto questa ragazza bellissima che è uscita dalla stanza colloqui vestita elegantissima per poi rintanarsi in bagno e uscirne in tuta...
Il colloquio è andato bene ma no, non credo che mi chiameranno ancora.
Oggi ultima stangata, grande sceneggiata del mio capo mattutino:
"Oggi è davvero una giornata amara"
"Che le è successo?"
Non mi guarda in faccia, occhio alla scrivania, testa ciondolante e io penso che sia successo qualcosa a sua madre o a sua moglie o a suo figlio
"Che giornata amara, stanotte non ho chiuso occhio, ho qui la tua lettera di licenziamento"
Ma vi pare che io vengo licenziata e io debba consolarlo? Naturalmente adesso è li che se la ride...Ma che gli si infilasse un ape nel sedere

venerdì 23 marzo 2012

Questa mattina non ha l'oro in bocca

Stamattina marchiamo male, anzi malissimo!!!
Apro libero.it come tutte le mattine per controllare la posta e leggo due notizie che dire del cazzo è poco:

"Rifiutata al colloquio di lavoro perché ho la laurea". Su Affari la denuncia choc di una 29enne



Ho letto il pezzo, non scritto neanche troppo bene, ma non è una novità, seguito dai soliti commenti bigotti sull'inutilità dello studio e sulla schifezza della società e ho pensato: "Dove sta la notizia?" A quante persone laureate è capitato?  A me due volte e non sono la sola.
Perchè ancora non si parla di cose serie e si inseguono gli applausi facili? Mi sembra di essere ad un concerto di Pino Scotto, e chi di voi ci è stato sa di cosa sto parlando, che tra una canzone e l'altra dice puttanate tipo: "Se avessi davanti un politico gli sputerei" e vai con la standing ovation, poi dice "Mi sono rotto il cazzo di questa Italia di merda" e via che la gente applaude di nuovo, la verità è che a noi italiani a volte siamo dei caproni, se ci pitturano l'erba di verde crediamo che sia buona. Ci piacciono un sacco i paraculo e ci piace anche dargli retta.
La seconda notizia l'ho letta con terrore

Lavoro, la riforma è ridicola se non tocca anche gli statali

Questa è la conferma che la crescita del nostro paese è una prerogativa o meglio dire un obbligo che grava sulle tasche e sulla testa dei piccoli e stronzi lavoratori come me e come voi...non di certo sui parassiti.



giovedì 22 marzo 2012

W le pecorelle

Stamattina in macchina ho sentito di sfuggita che tutta questa bufera sul mondo del lavoro non toccherà gli apparati dell'amministrazione pubblica...ditemi che ho sentito male!!!

Ma che cazzo di gioco è: i lavoratori a novanta e dietro tutti quanti?

martedì 20 marzo 2012

Se mio nonno fosse qui

Ieri sera, tornata a casa da allenamento guardavo Panariello, premetto che non mi piace tantissimo ma ieri sera ho trovato un pezzo del suo show davvero geniale. Ad un certo punto si siede su una panca e imita un signore anziano.
Si appoggia al bastone e con voce e mani tremanti cerca di spiegare cosa seccederebbe se, un uomo anziano, fosse il capo del governo e avesse il potere di cambiare le cose, non che noi si abbia proprio dei fanciulli a governarci ma comunque non è questo il punto; tralasciando la parte comica ad un certo punto ha detto una cosa molto importante, forse un po' in sordina ma su cui riflettere. 
In sostanza questo anziano dice che oggi abbiamo poca voglia di fare perchè siamo troppo abituati ad avere il soldo di carta in mano, non come una volta che si doveveva lavorare, lavorare e lavorare e vivere con poco, mi ha fatto molto pensare la frase che ha detto subito dopo che più o meno diceva:
Se noi controllassimo il vostro lavoro...altro che metodo cinese
Mi è venuto da pensare a quel nonno che, purtroppo, non ho mai conosciuto, che ha lavorato una vita nei campi, nei salumifici e nelle stalle.
Ho provato ad immaginare cosa avrebbe pensato se avesse visto i dipendenti del comune di Parma, o della Posta, ma anche quelli in tanti uffici privati, tutti questi parassiti che si sanno solo lamentare, credo che ci sarebbe rimasto molto male.



lunedì 19 marzo 2012

Auguri papà

Stattina alle 9.45 ero in macchina e andavo da un cliente a Langhirano, un paese vicino a Parma, quando quell'infame di Fabio Volo, in occasione della festa del papà, parla di questa lettera tratta dal libro "Alla mia età" di Riccardo Rossi, ed. Baldini Castoldi Dalai, che un padre scrive ad una figlia; poco dopo viene letta direttamente dall'autore, beh, che dire, mi sono commossa. Per questo l'ho cercata e ho deciso di condividerla con tutti voi. 
"Oggi parliamo bene di un uomo che non viene considerato molto, ma che a un certo punto della sua vita NON ha preso una decisione e ha fatto comunque un figlio, o magari meglio per lui, una figlia, ed è a questa ragazza che vorrei parlare...
Quando parliamo di quest'uomo che ci conosce un po' meglio solo da grandi dobbiamo considerare sempre il fatto che parliamo di un bambino che diventa ragazzo e poi uomo suo malgrado, ma non diventa mai adulto e tutte le cose della vita gli cadono addosso anche se lui non vorrebbe, perché sa di doverle affrontare senza sapere come.
È quell'uomo che a volte non ha un posto dove stare a casa, perché torna sempre per ultimo, e solo da vecchio lo trovi sempre sulla poltrona con un giornale e ti farà finalmente tenerezza: perché tuo padre è quell'uomo che ti ha insegnato ad andare in bicicletta tenendoti il sellino da dietro per non farti cadere.
È quell'uomo del quale ti ricordi solo all'ultimo momento di farti una foto con lui ai tuoi compleanni e se invece al suo ti scordi di fargli gli auguri non ci rimarrà male perché lui lo sa che non l'hai fatto apposta.
Sappi che quell'uomo, quando uscirai per la prima volta con un ragazzo, non dormirà tutta la notte aspettando il tuo ritorno, e il giorno dopo non ti chiederà come è andata non perché non gli interessa ma perché ha paura che tu ti sia trovata bene con un ragazzo che con te non c'entra niente.
È quell'uomo che quando trovi una sua foto da giovane, ti sembra sempre fichissimo e ti dispiace di non averlo conosciuto allora quando faceva lo scemo con tua madre.
È un uomo che ogni volta che esce con la macchina spera che piova per incontrarti e darti un passaggio.
Tuo padre è quell'uomo che quando tornavi troppo tardi ti sgridava ma dentro ti voleva solo abbracciare.
È quell'uomo che può litigare con chiunque per tutta la vita ma con te vorrà sempre fare pace in un attimo perché è quell'uomo che ti amerà come non ha mai amato niente nella sua vita.
Tuo padre è quell'uomo che quando ti sposerai compierà l'ultimo sacrificio che la vita gli chiede: portarti all'altare e guardarti da dietro mentre ti lascia la mano...
E ricordati, cara figlia mia, che se una volta, quando sarai una donna, dovessi attraversare un momento difficile in cui ti sentirai sola come mai ti è successo e non troverai nessuno accanto, dovrai girare la testa per guardare dietro di te. E troverai un uomo solo. Tuo padre. "
 

venerdì 16 marzo 2012

La punizione Divina

Ieri ho lavorato 12 ore consecutive, sono uscita dall'ufficio alle 19.40 sono volata a fare allenamento, incazzata e con le ginocchia distrutte. Alle 21.00, per la prima volta, salta tutto il generatore e si spengono le luci, inizio a sognare il mio bellissimo divano rosso. 
Alle 21.45 ad una rotonda un coglione mi taglia la strada e per evitarlo salgo sul marciapiede...gomma distrutta!
Lui scompare e io resto come una mongola in mezzo alla strada con il triangolo, quell'orribile gilet giallo fosforescente e di fronte alla stazione di Parma ad aspettare l'arrivo di padre con la gomma di ricambio. 
Oggi devo andare dal gommista a prenderle nuove.
Mentre camminavo avanti e indietro sul marciapiedi incazzata come una biscia fumando duecento sigarette, pensando agli altri soldi che devo tirare fuori...mi sono detta che questa è una sorta di punizione divina per quello che dico del mio capo OC e per aver goduto della rottura dell'impianto in palestra.
Ah...dimenticavo e mi è pure scoppiato un capillare nell'occhio, il primo che ride...